Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


Boycott Divest and Sanction (BDS)

Nel Luglio 2005  oltre 170 organizzazioni palestinesi firmano un appello, che chiede di boicottare Israele fino a che non verranno eccettate alcune richieste fondamentali.
Riporto per intero l'appello:
 

Appello della Società Civile Palestinese

al boicottaggio, al ritiro degli investimenti e all'applicazione di sanzioni contro lo stato di Israele

fino a quando non rispetterà il Diritto Internazionale ed i Principi Universali dei Diritti dell'Uomo


9 Luglio 2005

Un anno dopo lo storico parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) che ha giudicato illegale il Muro costruito da Israele nei territori Palestinesi occupati, Israele continua la costruzione del Muro coloniale in totale disprezzo della decisione della Corte. Dopo 38 anni di occupazione della Cisgiordania Palestinese (compresa Gerusalemme Est), della Striscia di Gaza e delle alture siriane del Golan, Israele continua a espandere le colonie ebraiche. Israele si è annessa unilateralmente Gerusalemme-Est occupata e le alture del Golan e sta ora di fatto annettendosi per mezzo del Muro parti importanti della Cisgiordania.

Israele si sta anche preparando – all'ombra del suo previsto ritiro dalla Striscia di Gaza – a costruire e espandere le colonie nella Cisgiordania. Cinquantasette anni dopo che lo Stato di Israele è stato costituito sulla terra ripulita etnicamente dei suoi proprietari palestinesi, una maggioranza di palestinesi sono profughi, molti dei quali senza una nazione. Inoltre, il rafforzato sistema israeliano di discriminazione razziale contro i suoi cittadini Arabo-Palestinesi rimane intatto.

Alla luce delle sistematiche violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, e

Dato che, dal 1948, centinaia di risoluzioni dell'ONU hanno condannato le politiche coloniali e discriminatorie di Israele come illegali e sollecitato immediati, adeguati e effettivi rimedi, e

Dato che tutte le forme di intervento internazionale e di peace-making hanno fino ad ora fallito nel convincere o forzare Israele a rispettare le leggi umanitarie, i diritti umani fondamentali e a porre termine alla occupazione e all'oppressione del popolo palestinese, e

In considerazione del fatto che persone di coscienza nella comunità internazionale si sono storicamente prese la responsabilità morale di combattere l'ingiustizia, come esemplificato dalla lotta per l'abolizione dell'apartheid in Sud Africa attraverso diverse forme di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni;

Inspirati dalla lotta dei Sudafricani contro l'apartheid e nello spirito di solidarietà internazionale, coerenza morale e resistenza all'ingiustizia e all'oppressione,

Noi, rappresentanti della società civile palestinese, chiediamo alle organizzazioni internazionali della società civile ed alle coscienze degli uomini di tutto il mondo di imporre ampi boicottaggi e realizzare iniziative di disinvestimento contro Israele simili a quelle applicate al Sud Africa nel periodo dell'apartheid. Noi facciamo appello a voi perchè facciate pressione sui vostri rispettivi stati per imporre embargo e sanzioni contro Israele. Noi invitiamo anche gli israeliani di buona volontà a sostenere questa richiesta, nell'interesse della giustizia e di una pace effettiva.

Queste misure punitive non-violente dovrebbero essere mantenute fino al momento in cui Israele fa fronte ai suoi obblighi di riconoscere il diritto inalienabile del popolo Palestinese all'autodeterminazione e di rispettare completamente le norme del diritto internazionale:

• Ponendo termine alla occupazione e alla colonizzazione di tutte le terre arabe e smantellando il Muro

• Riconoscendo i diritti fondamentali dei cittadini Arabo-Palestinesi di Israele alla piena uguaglianza

• Rispettando, proteggendo e promovendo i diritti dei profughi palestinesi al ritorno nelle loro case e nelle loro proprietà come stabilito nella risoluzione 194 dell'ONU

Questo appello è stato sottoscritto da oltre 170 organizzazioni (partiti politici, sindacati e associazioni) che rappresentano in modo integrato le tre parti del popolo Palestinese: i profughi palestinesi, i palestinesi sotto occupazione e i palestinesi cittadini di Israele. 



Per come la vedo io i punti forti di questo appello sono 3:
  1. E' firmato unitariamente da tantissime e diversissimi schieramenti palestinesi, e quindi si tratta di una forma di lotta ad iniziativa palestinese. Il fatto che queste organizzazioni e gruppi si siano messi d'accordo aumenta enormemente il valore dell'appello. Inoltre esso è firmato non solo da organizzazioni di appartenenza diversa ma rappresentanti tutti i 3 tipi di palestinesi: quelli che risiedono nella West Bank e in Gaza, quelli che risiedono all'interno dei terriotri occupati nel '48 e i profughi.
  2. Definisce nettamente le richieste: non si tratta di "vogliamo la pace" o "diritti per tutti", e men che meno di un appello antisemita. Le tre richieste esplicitate sono: fine dell'occupazione e abbattimento del muro dell'Apartheid, fine delle discriminazioni, diritto al ritorno dei palestinesi ai territori occupati nel '48.
  3. Caratterizza il metodo del boicottaggio come nonviolento (chiaramente non prevede danni a persone fisiche) ma non si esprime riguardo le azioni concrete da mettere in pratica, lascia che queste vengano decise dai singoli gruppi che aderiscono all'appello, in base alle caratteristiche del gruppo ed in base al contesto in cui si trova ad agire, chiaramente nel rispetto delle linee guida, e quanto più possibile in collaborazione, con la BNC (Boycott Mational Commettee) e PACBI (Palestinians for the Academic and Cultural Boycott of Israel).

BDS sta per boicottaggio, disinvestimento, sanzioni

Il boicottaggio è sia economico che culturale/sportivo. Per boicottaggio economico si intende la pratica di non comperare determinati prodotti e di spingere altri a fare altrettanto. Il boicottaggio economico si suddivide poi a sua volta in diverse campagne, tra le quali per esempio stopo sodastream, stop that train (Pizzarotti), e quella del boicottaggio degli armamenti. A mio avviso quest'ultimo è particolarmente interessante perchè permette di vedere Israele come il laboratorio di mezzi e tattiche di repressione, controllo e guerra, quale è.
Il boicottaggio culturale si prefigge, da un lato, di frenare la propaganda sionista diffusa nel mondo dagli artisti israeliani (impedendo o disturbando le loro esibizioni), e dall'altro di far comprendere ad artisti stranieri come la cultura non possa essere appannaggio di pochi oppressori, ma sia reale solo nella misura in cui viene condivisa, e che quindi esibirsi in Israele significa essere complici di un regime di Apartheid. All'interno del boicottaggio culturale, particolare importanza riveste il boicottaggio accademico, in quanto le università israeliane non rappresentano solo uno dei principali centri di divulgazione della propaganda sionista, ma anche i luoghi dove vengono progettati a realizzati gli strumenti tecnologici con cui viene oppresso il popolo palestinese.

Per disinvestimento verso Israele si intende la pratica di non investire nei territori della Palestina mandataria, o comunque di ritirare i propri investimenti da quei luoghi. L'idea è quella di boicottare aziende anche non israeliane che effettuino consistenti investimenti in quei luoghi (come H&M, Lavazza...)

Per sanzioni si intende la pratica dei governi di effettuare embarghi o azioni simili nei confronti di stati che non abbiano rispettato le risoluzioni internazionali. Ovviamente nel caso di Israele essa è ancora molto lontana dal poter essere raggiunta, ma rappresenta un obiettivo raggiungibile come lo è stato per il Sudafrica dell'Apartheid.


Per partecipare, questo è il sito in inglese di riferimento:
http://www.bdsmovement.net/
mentre questo è quello per quanto riguarda l'Italia, con particolare attenzione alle campagne in cui ci si può attivare:
http://www.bdsitalia.org/