Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


domenica 17 maggio 2015

La fondazione delle donne libere


La fondazione delle donne libere nel Rojava (Weqfa Jina Azad A Rojava) è una fondazione gestita da donne, che punta a sviluppare progetti con lo sogan “la libertà delle donne è alla base di una società libera”. Nella sede di Qamislo, Henna Ali, tra le fondatrici, racconta come è nata l'associazione e i suoi obiettivi: “Inizialmente eravamo 5 donne, arabe e curde abitanti del Rojava: confrontandoci con la brutale guerra in corso abbiamo rilevato la necessità che le donne reagissero agli effetti da essa causati su donne e bambini, per questo abbiamo aperto questa sede il primo settembre 2014. All'inizio nessuno capiva cosa stessimo facendo, perché la parola “Weqf”, che significa fondazione, era associata a luoghi di carattere religioso, infatti siamo la prima fondazione laica e di donne del medio oriente. Quindi, per farci conoscere, siamo andate casa per casa a domandare come vivessero le donne e quali fossero le loro necessità, abbiamo fatto incontri per spiegare le nostre attività e la gente passo passo ha capito.” Queste statistiche sono state svolte tra le donne arabe, curde e siriane a Qamislo, e mostrano che: l'85% di esse aveva figli, quasi il 60% non ha mai ricevuto un'istruzione, e il 92% vorrebbe essere istruita, mentre il 71,5% delle donne vorrebbe lavorare, e solo il 29% lavora ricevendo uno stipendio. Per rispondere a questa volontà delle donne di essere autonome e superare i ruoli di genere che la società patriarcale ha imposto loro, sono stati ideati e messi in campo diversi progetti.
Uno di questi progetti è il villaggio delle donne, partendo dal punto di vista che, in questa società, tradizionalmente, la vita delle donne e dei bambini è influenzata negativamente: le donne sono sottoposte a violenze come matrimoni forzati, matrimoni bambini, violenze sessuali, mutilazioni genitali, minacce, uccisioni, percosse, attacchi con acido ecc,. Il villaggio delle donne è rivolto alle donne che abbiano il desiderio di partecipare alla sua costruzione, in particolare donne divorziate, vedove, donne che non vogliono sposarsi o che abbiano necessità di un luogo sicuro dove vivere. Si tratterebbe quindi di un luogo in cui le donne possano vivere in sicurezza e costruire un proprio sistema di indipendente economicamente e socialmente diverso dal sistema patriarcale. Un altro progetto riguarda la creazione di parchi per donne e bambini, in cui le donne possano riunirsi e rilassarsi, discutere o svolgere altre attività, mentre i bambini possano liberamente giocare in sicurezza. Domando a Henna come mai quest'idea di creare posti separati per donne, e spiega: “Organizzazioni autonome di donne permettono alle donne di sprimersi liberamente. Tradizionalmente, nella società mediorientale sono presenti luoghi separati per le donne, e questo ha reso più facile la creazione di luoghi e di organizzazioni autonome di donne. Se la separazione tradizionale può essere letta come un'oppressione di genere, noi la sfruttiamo nel creare organizzazioni separate, in cui la forza delle donne possa palesarsi più facilmente: con organizzazioni autonome possiamo essere molto più incisive.” Altri progetti riguardano la creazione di centri di salute per donne, di asili per bambini, e di cooperative per l'emancipazione anche economica delle donne, in cui si pone molta attenzione all'aspetto psicologico: le donne diventano protagoniste della loro stessa liberazione. Spiega Henna: “La violenza della società e della guerra a cui siamo sottoposte rischia di farci sentire impotenti se non ci organizziamo per reagire, ed anche per questo è importante quello che stiamo creando.”
Le chiedo quali, dal suo punto di vista, sono le differenze tra quello che le donne stanno creando qui in Rojava e i movimenti in Europa, e lei risponde in maniera piuttosto schietta: “tutti questi movimenti vogliono sostanzialmente la stessa cosa: un mondo vivibile per gli esseri umani con i loro diritti e la loro identità di esseri umani. Ma le organizzazioni in Europa, femministe o di sinistra, non hanno più contatto con la popolazione. Il nostro movimento di donne è sempre in mezzo al popolo così condividiamo lo stesso cuore e viviamo gli stessi sentimenti. Ed è per questo che la nostra organizzazione è così forte: le rivoluzionarie e popolo vivono assieme e non siamo separati come in Europa. Lo riconosco perché quando le e gli stranieri vengono qui sono sempre sorpresi dal grado di mobilitazione che riusciamo a raggiungere. Dall'altro lato qui c'è una grande influenza della società su quello che facciamo: con il lavoro che sto facendo come un membro di questa associazione è in parte condizionato dalla mia connessione nella società, da quello che la mia famiglia dice e pensa, dalla reazione dei miei vicini, eccetera.”
Le chiedo che tipo di supporto possono portare attivisti ed attiviste esterne al Rojava, oltre all'ovvio supporto economico, spiega “se avete particolari conoscenze riguardo agricoltura, medicina naturale, massaggi o supporto psicologico, potete venire a trovarci e insegnare quello che sapete: noi in cambio vi mostreremo questa nostra rivoluzione. Se invece volete aiutarci nel diffondere i progetti, nel raccontare chi siamo e cosa facciamo, o nel raccogliere fondi rimanendo nelle vostre città siamo ugualmente contente.” Per concludere, le domando come vede il futuro: “Abbiamo iniziato da poco, ma poiché le donne ci hanno messo energia abbiamo avuto successo e questa energia ha attratto altre donne che ci hanno messo energie: in questo modo abbiamo innestato una dinamica di forte crescita. Per il futuro sono ottimista, penso che questa dinamica renda possibile per le donne esprimersi, e permette loro di avere successo in senso lato ed essere libere.”

Per contatti con la fondazione:
e-mail: jina.azad2014@gmail.com (inglese, arabo o curdo)
facebook: Weqfa Jina Azad
skype: w.j.a.r.
website: www.weqfajinaazad.org

P.S.: personalmente, per esperienza e per quello che penso, non vedo come una cosa costruttiva questa separazione delle donne "a priori", che possa funzionare in ogni situazione. Quindi, non tutto quello che mi è stato detto e che ho riportato mi vede concorde al 100%; nonostante questo mi sembra importante riportare anche la loro voce, e ho scritto questo articolo con questo proposito.

Nessun commento:

Posta un commento