Siamo antifascisti e antirazzisti. Ed è esattamente per questo che siamo antisionisti. (Rete Italiana ISM)


venerdì 25 marzo 2011

Bombardamenti a Khuza'a tra il 21 e il 22

Khuza'a è un villaggio che si trova nel sud della striscia di Gaza, nel governatorato di Khan Younis, particolarmente vicino al confine con l'entità sionista. È un posto tranquillo abitato principalmente da contadini. La notte tra il 21 ed il 22 di marzo è stato colpito e distrutto un magazzino usato dall'amministrazione comunale per conservare mezzi e materiale che serviva a fornire servizi essenziali alla cittadinanza.



A Khuza'a, vicino all'ingresso del villaggio, in un terreno di circa un dunum la municipalità aveva allestito un garage per alcuni mezzi che servivano alla comunità ed un magazzino di materiale. Il soffitto era composto da semplici lastre di lamiera e dentro c'erano trattori, reti metalliche, camion che servivano alla municipalità, cisterne di plastica per conservare l'acqua (l'acqua non è sempre disponibile e quindi qui sono necessarie le cisterne per conservarla) e cisterne metalliche con ruote per trasportarla. Il mezzo più importante presente era un veicolo atto al trasporto della acque nere: a Khuza'a non esiste un sistema di riciclaggio delle acque nere centralizzato, e quindi ogni famiglia ha il suo pozzo, quando il pozzo si riempie arriva l'autobotte per le acque nere e porta via i liquami. Nel sottosuolo del magazzino c'era un pozzo profondo 94 metri che forniva l'acqua per irrigazione. Circa a mezzanotte nella notte tra il 21 ed il 22 marzo il luogo è stato bombardato da un F16, rendendo gran parte del materiale inservibile.



“Non capisco – racconta il sindaco – perché l'esercito di occupazione attacchi questo edificio: questo posto non comporta nessun pericolo per Israele, è un luogo dove è conservata l'attrezzatura per fornire servizi ai cittadini del villaggio. Il materiale distrutto era necessario per la salvaguardia della salute dei miei concittadini, ora, senza l'autobotte per le acque nere, se le acque nere ristagnano a lungo rischiamo il diffondersi di malattie.”

Adiacente all'area bombardata si trova la torre dell'acquedotto, e poco più in la una moschea. Solo per un caso non sono state danneggiate. Tra le rovine sono riconoscibili alcuni giochi per bambini, in particolare uno scivolo di plastica giallo ed una piccola bicicletta, con cui ormai nessun bambino potrà più correre. I muri sono stati divelti, il tetto completamente sfasciato, i mezzi resi inservibili, il materiale immagazzinato sepolto sotto le macerie. Una pompa per l'acqua e parte del tetto sono stati scagliati ad una ventina di metri di distanza. Sono stimate perdite dalla municipalità per un valore complessivo di trecentomila dollari.



Quando al sindaco è stato fatta presente la dichiarazione delle forze di occupazione secondo cui posto era una base terroristica, ha risposto: “No davvero! Questo posto è aperto tutto il giorno ed i veicoli che entrano ed escono a tutte le ore sono visibili a tutti. È chiaro a chiunque anche osservando i resti: le dichiarazioni di Israele sono false. Le forze di occupazione sono pazze: non sanno cosa colpire ed allora colpiscono questo posto per poter sostenere di avere colpito un obiettivo e di avere una vittoria: questo posto non ha nessuna relazione con quello che chiamano terrorismo, e ci lavorano solo civili.”



La casa della famiglia di Samir an-Najjar è adiacente al luogo bombardato: la bomba ha distrutto la capanna dove tenevano 4 pecore e le ha ammazzate, ha creato crepe in alcune delle colonne e dei muri portanti, ha distrutto il pozzo delle acque nere. Dopo il bombardamento in mezza giornata il pozzo è stato riempito di terra per creare un passaggio in mezzo ai detriti ad uno dei 6 figli, colpito alla testa da un proiettile durante l'attacco piombo fuso e costretto su una sedia a rotelle. Durante la notte la famiglia si è dovuta recare in ospedale perché venissero somministrati calmanti ad una delle figlie sotto shock, e questa notte i bambini piangevano nel sonno e si svegliavano con orribili incubi. “il trauma causato ai miei figli è imperdonabile. Qui c'era solo un pozzo ed un magazzino della municipalità ad uso di tutta la popolazione, i veicoli e il materiale immagazzinato qui serviva per fornire servizi a tutta la cittadinanza.”
Anche l'allevamento di Shawqe An Najjar si trovava adiacente al luogo bombardato, esso era composto da 4 pecore (morte sotto le macerie), un piccolo allevamento di un centinaio di galline da uova e 25 uccelli. I suoi attrezzi agricoli sono stati resi inservibili, ed anche la cisterna dell'acqua. La bicicletta di cui vi parlavo prima apparteneva a suo figlio. “le forze di occupazione sostengono si trattasse di una base di Hamas, ma questo è solo un pozzo ed un magazzino, è utile a tutti non solo ad hamas”



La stessa notte un missile è stato sganciato da un drone sulla casa di Mahmud Abu Hussein An Najjar, a poche decine di metri di distanza dal magazzino, 5 minuti dopo che le forze di occupazione avevano telefonato al figlio intimando di evacuare la casa. Fortunatamente senza nessun ferito.

Successivamente, sempre la stessa notte, è stato bombardato un altro sito nello stesso governatorato, nella municipalità di Khan Younis, e due siti vicino a Gaza, costringendo 18 persone a recarsi all'ospedale.

Il primo di marzo in un'incursione nell'area poco più a nord di Khuza'a sono stati distrutti dai bulldozers israeliani decine di dunums, e sono state danneggiate alcune abitazioni dagli spari dei soldati. Altre più piccole incursioni delle forze di occupazione hanno avuto luogo venerdì 19 e sabato 20, e praticamente dal 19 in quest'area gli spari dalle torrette al confine delle forze di occupazione sono quotidiani, ed anche i colpi dai carri armati che facevano incursioni in territorio palestinese.

Khuza'a ha sofferto le peggiori atrocità durante l'attacco terrorista israeliano denominato piombo fuso. La maggior parte della popolazione è stata costretta ad abbandonare il villaggio per recarsi in luoghi più sicuri, ha subito pesanti attacchi al fosforo bianco, sono stati deliberatamente bombardati ed uccisi civili durante il cessate il fuoco, sono state uccise donne che dopo giorni di assedio in casa si presentavano all'uscio con una bandiera bianca.

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